Ciao, mi sono imbattuta per caso in questo splendido blog. Mi chiamo Natasha e sono una L. Hai qualche consiglio su come vestirmi? Dovrei continuare ad andare in palestra (cosa che faccio)?
Grazie!
Natasha
Cara Natasha,
devo ammettere che, ad una prima lettura del tuo messaggio, ho fatto un po' di fatica a capire cosa intendessi con questa bizzarra e misteriosa lettera L. Ho pensato: sarà una nuova forma del corpo inserita negli ultimi manuali sul body shape e la consulenza di immagine? Dopo la donna mela, la donna pera e la donna rettangolo, è appena spuntata la donna L.? Difficile da immaginare un fisico femminile con questa forma. Quando mi sono resa conto che ti riferivi semplicemente alla taglia che indossi, oltre a sentirmi un po' tonta (non che ci volesse molto ad arrivarci, in effetti... mea culpa!) mi sono fermata a pensare, però, che il mio lapsus, se così vogliamo chiamarlo, doveva avere un significato più profondo. Perdonatemi, fuori da questo blog di moda ed abbinamenti sono una psicologa, ho un cervello un po' contorto. Ma oggi vorrei dedicare questa consulenza ad alcune riflessioni sul mondo dell'industria della moda, sui suoi segreti inconfessabili, le sue contraddizioni ed i suoi rischi, così da offrire alle mie lettrici qualcosa da leggere sotto l'ombrellone (mentre scrivo è, ormai, quasi agosto, ma per chi leggerà questo articolo dopo l'estate possiamo dire, allora, in poltrona!) che possa essere utile a sperimentare qualche piccolo esercizio di autostima e di sincero amore per il proprio corpo.
Intanto, questi articoli sul body shape ed il guardaroba perfetto per ogni forma del corpo potrebbero esserti utili per scoprire qualche trucchetto e valorizzare il tuo fisico nel modo migliore:
Quello che mi ha colpito della tua lettera, cara Natasha, sta nel fatto che sembri identificarti con la taglia scritta sulla maggior parte dei cartellini dei tuoi abiti: "sono una L". Avresti potuto scrivere "indosso la L" o "solitamente la taglia che mi sta meglio è la L", invece hai scelto proprio il verbo essere. E' vero che il corpo è l'abito della nostra psiche e che, quindi, tutto ciò che riguarda il nostro corpo e veste il nostro corpo, di conseguenza, riguarda e veste anche la nostra anima. Ma è anche vero che la taglia che indossiamo è un valore così mutevole, passeggero e talvolta persino inesatto che identificarci con essa può essere un rischio molto grave per la nostra stabilità emotiva e, soprattutto, per la nostra autostima.
S(mall), M(edium), L(arge)... Attenzione ai nomi sul cartellino!
Pensate alle definizioni delle singole taglie nella nomenclatura internazionale. Chi indossa una S è definita una Small, piccola e minuta. Ma cosa dire di chi indossa la S solo per una parte del corpo, ad esempio quella superiore, mentre per la parte inferiore ha bisogno, come quasi tutte le donne dal fisico mediterraneo, una taglia in più? Chi indossa una M è semplicemente nella media. Ma la media secondo quale statistica? Il fisico femminile cambia in base ad infinite variabili e soprattutto in base alla nazionalità: donne provenienti da diversi paesi nel mondo hanno differenti fisicità e, quindi, differenti necessità. Non è proprio impeccabile, dunque, questa nomenclatura per uno standard che vorrebbe essere internazionale. Per non parlare della taglia L: a chi stanno dando della "larga"/"grossa"/"abbondante"? Una donna può essere definita "abbondante" se indossa una misura che dovrebbe corrispondere ad una taglia 44, quella immediatamente successiva alla celebre e perfetta 42 rispetto alla quale misura appena qualche centimetro in più? Per questo motivo, Natasha, la necessità di un allenamento costante in palestra può essere indicata per una buona salute ed, ovviamente, per un corpo sempre tonico ed in forma, ma di certo non dipende dalla taglia che indossi: un po' di tonificazione può essere più che utile anche a chi indossa una S o addirittura una XS, senza dimenticare che alcuni problemi della pelle, dei muscoli o della circolazione sanguigna (leggi: cellulite e ritenzione idrica) da risolvere con un regolare esercizio fisico riguardano le donne di tutte le taglie e di tutte le misure!
Negozio diverso, taglia diversa!
Parliamo di negozi e cartellini. Posso dirvi che la mia taglia, in base ai negozi in cui acquisto abitualmente abiti ed accessori, nel corso di un solo pomeriggio in un centro commerciale può oscillare dalla S alla XL. Esatto: in alcuni negozi di abbigliamento pare che il mio fisico corrisponda ad una minuta S e persino ad una taglia italiana 40, mentre nella boutique accanto l'abito che mi dona di più è una spietata XL, e vi giuro che, tra un negozio e l'altro, non ho partecipato a gare di abbuffate di gelato ed hot dogs. Questa infelice esperienza alla quale noi tutte andiamo incontro durante qualunque sessione di shopping dimostra pienamente che ogni singola fabbrica di abbigliamento si avvale di proprie guide alle taglie, in barba agli standard europei ed internazionali delle taglie ed alle loro precise misurazioni in centimetri. Pensate ancora che sia utile identificarci con una singola taglia e lasciare che il cartellino del nostro ultimo acquisto ci descriva?
Se potessimo effettuare un esperimento, acquistando in 10 negozi diversi un capo di abbigliamento della stessa tipologia (ad esempio, una camicia dal modello rigorosamente basic) di una sola taglia, quella che nella nostra immagine mentale descrive meglio il nostro fisico, ci renderemmo conto che, su 10 camicie di 10 marche o firme diverse, potremmo indossarne alla perfezione soltanto una o due. Capi della stessa taglia europea ma di marchi differenti avranno misure completamente diverse. Dedicate un pomeriggio nei camerini dei negozi sperimentando questo gioco, fatelo assieme alle vostre amiche o con la vostra mamma, e scoprirete che la "vostra taglia", in realtà, non vi appartiene, o meglio, voi non appartenete davvero a lei!
Meno stoffa... costi più bassi!
Vi siete mai chieste come nascano alcune mode che, secondo l'opinione pubblica, possono apparire un po' controverse? Pensiamo alla famosa storia dei leggings, spesso proposti come infelici sostituti dei pantaloni, oppure agli shorts ed agli hot pants, ormai cortissimi, strappatissimi, graffiatissimi, sottilissimi, sfrangiatissimi... Le regole del mercato e del fashion retail sono, in fondo, molto semplici: i capi realizzati con una minima quantità di tessuto hanno costi di produzione molto più bassi ma possono portare a guadagni estremamente più alti, se proposti come capi di tendenza irrinunciabili. La superficie di tessuto necessaria per cucire un paio di leggings, solitamente sintetici ed elasticizzati, ha un costo molto basso, praticamente di pochi centesimi. Non abbiamo bisogno di riportare i calcoli aritmetici per capire quanto l'industria della moda possa guadagnare dalla sua vendita. E cosa dire della tendenza dei jeans strappati, per i quali non è certo necessario adoperare una tela denim di alta qualità e resistenza (caratteristica che, alle origini, aveva il compito di contraddistinguere i jeans)? Pensate al prezzo sul cartellino di un paio di shorts a brandelli nel negozio più alla moda del centro della vostra città. E poi pensate a quanto la vostra autostima si sente ferita quando, nei camerini, quei pantaloncini griffati sembrano distruggere la linea delle vostre gambe. Io di solito penso a questo quando, presa dallo sconforto per i rotolini sui fianchi che mi vietano di indossare un paio di shorts, mi chiedo se ad essere sbagliato sia il mio corpo oppure il mondo dell'economia.
Stesso peso, diversa taglia (o viceversa)... com'è possibile?
Quante volte vi è capitato di confrontare il vostro peso con quello di un'amica e di scoprire che allo stesso numero sulla bilancia corrispondono diverse taglie quando si tratta di shopping ed outfit? A me poi capita, ultimamente, di sfoggiare alla perfezione capi di abbigliamento che indossavo alcuni chili fa: possibile che un paio di pantaloni possa starmi così bene anche oggi, dopo aver messo su quei 5 kg tanto odiati sulla bilancia? Forse siamo in presenza di un mistero alla "Quattro amiche ed un paio di jeans" oppure, più semplicemente, accade che il peso corporeo si distribuisca in modo diverso, in base al tipo di fisico, all'età, alle abitudini di vita e di alimentazione. E' per questo, cara Natasha, che la sola taglia (che non è di certo l'unica taglia a descrivere il tuo corpo) non è sufficiente per sapere in che modo vestirti: il guardaroba perfetto per te dipenderà, invece, dalla tua forma del corpo e dalle tue misure!
Ricordate, poi, che le forme del corpo un po' più rotonde non sono necessariamente grasse. Provate l'esperimento delle gambe: da sedute, alzate una gamba contraendo con forza i muscoli e scoprirete che le zone che credevate grasse sono, in realtà, muscolose. Le zone di grasso della gamba saranno solo quelle che, al tatto, nonostante la contrazione dei muscoli, resteranno morbide. Molte di voi potrebbero scoprire, attraverso questa prova, di non avere davvero "le gambe grasse" come pensavano!
La leggenda della "Donna Pera"
Alzi la mano chi sta leggendo questo articolo ed è convinta di avere un corpo corrispondente a quello che il Body Shape chiama "fisico a pera", con fianchi sporgenti e busto minuto. Adesso abbassate la mano. Sappiate che il fisico a pera non è una questione di ciccia e di abiti sempre troppo stretti su fianchi e cosce, bensì di misure, precise ed innegabili. Misurate i vostri fianchi con un metro morbido da sarta, individuandone la misura frontale da un lato all'altro. Poi, effettuate lo stesso tipo di misurazione sulle vostre spalle, prendendone la misura frontale da una spalla all'altra, davanti allo specchio. Se la misura frontale dei fianchi e quella delle spalle corrispondono alla perfezione o con uno scarto di pochissimi centimetri, allora non siete delle pere, ma delle clessidre! La forma del corpo, infatti, dipende dalle proporzioni, mentre la tendenza ad accumulare grasso localizzato in alcune zone del corpo più che in altre non è che un possibile indicatore della vostra body shape. Ripetiamo la domanda: chi di voi, adesso, pensa ancora di essere una donna pera?
Se questi "segreti inconfessabili" del fashion retail e della nostra vita quotidiana tra uno specchio ed un camerino vi riguardano da vicino, scrivetemi un commento con la vostra opinione o con la vostra storia!
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